Mondo Ultras

A 60 km dalla capitale la speculazione edilizia, la frammentazione sociale e lo squalismo la fanno da padroni…..
A 60 km dalla capitale i piani regolatori li decidono in 4 persone, i soldi liquidi della droga costruiscono palazzi e aprono negozi
A 60 km dalla capitale l'inverno non c'e' nessuno il lavoro scarseggia e ti riduci spesso a fumare e a spacciare
A 60 km dalla capitale sei in campagna, ma l'unico treno che passa in 3/4 d'ora e' nella capitale……

si sta male nelle villettopoli di periferia
piccoli paesi che si estendomo per kilomeri e kilometri quadrati
ogni tanto prendi una strada e scopri che ci hanno costruito una schiera di villett
e nuove….
chi cazzo se le comprerà tutte ste case?

"non ci sono piu luoghi di aggregazione" riecheggia il nostalgico
quando sei cosi sparpagliato sul territorio come fai ad aggregarti

quando il tuo amico e' a 15 km di distanza il motorino diventa un mezzo lento e freddo

solo piccole tribu', nascoste tra i quartieri e sui muretti piu isolati accennano un incontro
ma sono il branco violento…..bomber, jeans stretti e canne..chi osa avvicinarli?
e in realta' violenti sono davvero…..stacci tu per 15 anni isolato a farti le canne
daresti fuoco al mondo


queste cose io le sento gia da tempo
e' tempo che le senta anche internet…..

che questo sia solo un ripetitore

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Vicenza e’ sola

dall'alto del mio pessimismo

ecco uno scritto che, secondo me, inquadra a dovere la situazione 

 

 

VICENZA E' SOLA

 "le manifestazioni dell'opinione pubblica rappresentano un compromesso tra l'accordo a livello sociale e le inclinazioni, le convizioni degli individui"

 

——-> Continua su SENZA SOSTE

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Cocaina – tra mito e godimento –

Un abozzo di ricerca sull'immaginario delle droghe in uso oggi, oltre la facile teoria della riduzione del danno, nel tentativo di indagare il vissuto e la simbologia che spesso opera dietro le facili banalizzazioni.
Oggi posto qualcosa in merito alla Cocaina, la famosa polverina bianca "che dona a tutti l'allegria" .
Premetto che non ci sono intenti moralizzatori, la ricerca dei significati socialmente attribuiti alle sostanza e' qualcosa che si pone oltre questa dimensione. Nella localizzazione urbana e di periferia l'assunzione della cocaina e' qualcosa che esula dall'immaginario liberatorio che spesso viene sponsorizzato dalla piu svariate realta' che lavorano sull'arogomento….

Qui si cerca solo di puntare un faro in direzione di questi usi tentandone un non esaustivo approccio diverso…..

Precisazione: il materiale e' tratto interamente da questo sito, sebbene personalmente non ne condivida gli orientamenti e le finalita', considero questo testo un punto di partenza interessante, sia metodologicamente che analiticamente, per incominciare a porre seriamente il dibattito sull'uso sociale delle droghe (nel quale tra l'altro annovero anche gli psicofarmaci) e sul loro carattere fondamentalmente "prestazionale". Una discussione che voglia uscire dai facili stereotipi e voglia porre l'attenzione su una funzione liberatoria delle sostanze, a mio avviso, non che partire da queste veloci condiderazioni.

Credo si potrà vedere come le politiche di riduzione del danno se, da un lato, vanno a ridurre quelli che usa chiamare "effetti farmacologici", dall'altro non intervengano minimamente sul piano dell'impianto simbolico. Se ci si pone come obiettivo la "promozione" di pratiche e immaginari di liberazione nell'uso di alcune sostanze, si deve prima di tutto fare i conti con questo tipo di "realtà". 

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Dove cadono le macerie dell’11 settembre del calcio italiano

Dopo mesi che non scrivo oggi mi sono scatenato Tongue out
una delle rare giornate in cui mi posso dedicare alla cura delle mie cose
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Ancora una volta mi vedo "costretto" a linkare un interessantissimo articolo dalla redazione di Senza Soste , che riflette stavolta sul posto che il calcio occupa nella nostra societa'. Un ulteriore contributo al dibattito nonchè un eccezionale produzione di sapere.

 
"Un singolo impulso sonar" (come dice il capitano Marko Ranius) che rilancio nell'oceano del World W. Web
 
 
Dove cadono le macerie dell'11 settembre del calcio italiano

Chiunque ricordi i più recenti fatti riguardanti gli episodi di turbativa dell'ordine pubblico provenienti dal mondo del calcio dagli incidenti di Avellino del 2003, provocati dalla reazione alla morte di un giovane napoletano, non può non rimanere impressionato da alcuni caratteri di guerriglia urbana presenti in questi fenomeni. Aggressioni di massa alle forze dell'ordine, blocchi stradali, ferroviari, navali, c0rtei notturni con incidenti programmati e questo per parlare solamente degli episodi di rilievo che da Avellino a Catania, passando per Firenze o Genova o Messina, sono circolati impetuosamente sui circuiti delle notizie.
E si tratta di episodi che non hanno riguardato solamente l'area dello stadio, come a Catania ed Avellino, ma si sono diffusi esportando disordini su diversi canali del territorio urbano. Questo fenomeno, legato sia a dinamiche conflittuali tra gruppi, quando esplode allo stadio, che, negli altri casi, alla necessità di far valere il peso simbolico della tifoseria in vicende amministrative e disciplinari della squadra, ha caratteri permanenti. Nel senso che ha fasi culminanti, spettacolari e visibili il cui ritorno nel cono d'ombra prefigura una riemersione: magari con nuovi attori, organizzati diversamente o attorno ad un simbolico nuovo o con altre pratiche ma sempre con la caratteristica della convergenza tra gruppi che trovano un momento fusionale nella rottura dell'ordine pubblico. Se si guarda con occhio storiografico a queste vicende si vede, a partire dal ritrovamento di una bomba allo stadio di Verona nel '77 e alla morte di Vincenzo Paparelli nel '79, che fasi culminanti e coni d'ombra hanno di fatto costituito questa trentennale continuità nella produzione di continui momenti di rottura, anche spettacolare, delle dinamiche di ordine pubblico.
E' un qualcosa al quale si può applicare grosso modo lo schema lotte/ristrutturazione/ lotte che la storiografia operaista applicava sul proprio oggetto di studio: a un periodo di rottura delle dinamiche dell'ordine pubblico corrisponde uno di ristrutturazione sociale e normativa che sfocia in un nuovo periodo di rottura. In questo senso finchè lo schema tiene, e fino ad adesso ha tenuto, possiamo parlare di un fenomeno permanente.
Non si deve però avere un'idea del fenomeno come quella di uno sciame che cresce, nonostante le ristrutturazioni, magari fino al collasso di un mondo come avviene per il pulviscolo di alieni in Ghost of Mars di Carpenter.

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metafore animali e scienza di polizia

A grande richiesta pubblico questo interessante articolo sulla rappresentazione mediatica del disagio (i fatti sono riferiti sempre alla città di livorno, ma, dati gli ultimi avvenimenti, se ne possono trarre conclusioni di carattere piu generale)

si ringrazia ancora una volta la redazione di Senza Soste per la disponibilta' dell'articolo 
 

Di Ivano Scacciarli

La riduzione del collettivo a canaglia, del comportamento delle persone a quello degli animali da serraglio sta nel bagaglio metaforico tipico della stampa francese dell'ottocento.

L'emergere delle masse nella società ottocentesca ha sempre comportato problemi di comprensione immediata tanto più in una società, come quella francese, che appena prima del XIX secolo aveva sperimentato l'irruzione delle masse come problema di potere sovrano dalla presa della Bastiglia fino al Termidoro. Qualche decennio dopo il 1789 il problema della massa, del collettivo per la stampa francese della terza repubblica non è più quello di un legittimo potere politico ma di una forza animalesca ed istintiva da impaurire per controllare, da catalogare per reprimere. D’altronde la letteratura maggiore cavalcherà sul piano teorico il terrore per le masse lungo tutta la seconda metà dell’ottocento e per buona parte del novecento.

Fioriscono allora sulla stampa le metafore bestiali per descrivere il comportamento della folla e la descrizione in termini animaleschi dei soggetti si accompagna immediatamente alla richiesta dell'intervento di polizia o della soluzione militare. La forza di questa richiesta non sta nell'argomentazione ma nell'emozione suscitata dalla forza della metafora animale. E questo avviene perchè l' emozione deve suscitare a sua volta una richiesta di forza, quella securitaria, l'unica vista come in grado di controllare gli istinti ferini della massa per la quale la politica è vista come incomprensibile e nei confronti della quale il potere della norma e della morale risultano inefficaci.

 

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Ergo proxy

apro la categoria dallo schermo una piccola perla di animazione giapponese (uffaaa sempre loro??….oh, se fanno bene il loro lavoro!!!)

ERGO PROXY una serie che nessun amante del Cyberpunk e della Sci-Fi si dovrebbe fare sfuggire….ambientazioni noir….personaggi con un look spiccatamente dark e riferimenti culturali di tutto rispetto

ma andiamo con ordine :):

TRAMA ( si ringraziano i rispettivi siti di Animeclick e Mangaitalia )

La dome-city (città cupola) di Romudo è un utopia, un paradiso dove uomini (Cittadini  ) e androidi (Autoreiv) convivono in perfetta armonia.
Questo è un paradiso che non richiede emozioni, un inutile zavorra che rende difficile la regolamentazione degli abitanti da parte degli Entourage, gli Autoreiv
preposti al controllo e al supporto dei Cittadini riconosciuti di Romudo. Ciò permette di vivere in un ambiente "perfetto" dove la criminalità sembra sia un concetto inesistente… almeno finché un giorno la popolazione della città viene sconvolta da una serie di efferati omicidi.
Il caso viene affidato a Lil Meyer, ispettrice del Citizen Information Bureau of Investigation (CIB) che nonostante la giovane età è mossa da grandi ambizioni.
Gli omicidi seriali non sono però l'unico problema di Romudo: un misterioso virus informatico conosciuto sotto il nome di Cogito ha cominciato a diffondersi tra gli Autoreiv permettendo loro di sviluppare "emozioni" e minando profondamente la base su cui l'ordinamento della città si regge.
Come se questo non bastasse un mostro dormiente, il PROXY, da tempo rinchiuso in un laboratorio nelle profondità di Romudo, si è improvvisamente ridestato per svanire davanti agli occhi dei ricercatori esterrefatti. Ma il fatto viene ovviamente celato all'opinione pubblica e la popolazione di Romudo continua a ignorarne l'esistenza… salvo Lil, che pur essendo anche lei all'oscuro di tutto, ben presto riceve la visità della spaventosa entità…
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Catania: domande e risposte

si ringrazia la redazione di Senza Soste per l'articolo 
 
Catania: domande e risposte
Di Franco Marino

Mi rispondo ad alcune domande che in questi giorni verranno poste a chiunque affronti l'argomento. A me le aveva fatte un giornalista de Il Tirreno mentre facevo la spesa in Piazza Cavallotti ma siccome uscivano dal coro retorico di questi giorni, non le hanno pubblicate. Forse è inutile fare troppe analisi complesse su un fatto grave che ora darà adito a chiunque di dire di tutto e di più. Proviamo a darci delle risposte semplici anche perchè sennò va a finire che la morale a questo Paese la fanno Mosca e Biscardi. Continue reading

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ecchecazzo!!!

 

 

 

 

mi sa che col template editor non ci capisco proprio un cazzo  

accenno un cambiamento 

ma non cambia proprio una cipparella 

fanculo 

 

 

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