L’Università di Bologna censura la rete come il governo cinese?

da:    http://www.bononia.it/~renzo/unibocina.html

 

 

Non è bello svegliarsi una mattina con un dubbio di questa consistenza. Eppure ero convinto di insegnare nell'Ateneo più antico del mondo e comunque fra i più prestigiosi. Non pensavo mai avrei avuto simili dubbi.

Veniamo ai fatti. Un gruppo di intraprendenti studenti mette in piedi una fantastica satira divulgando per l'università false cartoline che valgono un credito formativo. E' una provocazione degli studenti per protestare contro una Università che dal loro punto di vista converge pericolosamente verso un esamificio, quasi fosse una raccolta punti.

Sono studenti che hanno qualcosa da dire, ideali, e chiedono attenzione per le loro rivendicazioni e le loro proposte. E' per me una gioia scoprire che esistono ancora, in una università dove egoisticamente ognuno pensa ad accumulare crediti per un pezzettino di carta.

Le cartoline indirizzano ad un sito che dietro la falsa apparenza del portale dell'università www.unibologna.eu (la falsità è preannunciata da apposita schermata introduttiva) tramite un video svela l'inganno e invita gli studenti a riflettere. Guardate il filmato, è bellissimo! http://www.youtube.com/v/ps7fMzv4jus (Se provate invece a guardare ora www.unibologna.eu dall'interno dell'università, scoprirete che non è più raggiungibile per quanto vado a raccontarvi. Guardatelo da fuori, da tutti i provider che ho provato è raggiungibile e visibile.)

Come reagisce l'università a questa satira? Nei fatti unibomagazine presenta il tutto come un attacco al portale con denunce alla magistratura per phishing (reperimento illegale di dati personali), e blocca l'indirizzo di rete dal quale è diffuso il falso portale (chiudendo contestualmente l'accesso a molte organizzazioni politiche che usano gli stessi server di autistici.org). L'articolo http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Universita/2007/06/01/Attacco_al_Portale.htm comprende numerosi errori.

 

  1. La definizione di phishing prevede il reperimento di dati personali ma non c'entra nulla con il promuovere altri contenuti o messaggi.
  2. L'uso non autorizzato del marchio e dei contenuti copiati può essere contestato, non ho visto alcun meccanismo di phishing nel sito.
  3. Viene poi detto nell'articolo che l'Ateneo (citato in maniera personale, come se fosse un eroe dei fumetti), ha agito prontamente e ha ottenuto l'oscuramento del sito grazie all'intervento del provider. Chi sarebbe "il provider", il signore e padrone della rete Internet? Non esiste "il provider" esistono tanti provider, molti dei quali di certo non hanno oscurato nulla.
  4. Questa non è una frode informatica, è al massimo come ho detto una violazione del marchio e del diritto di autore, una "copia non autorizzata". E' buona cosa che le pagine del portale mettano in guardia contro il phishing, ma spero che verranno pubblicate informazioni corrette, perché il phishing è un'altra cosa!

Spero per la mia istituzione che ci sia in ballo molto di più della satira degli studenti per arrivare a simili azioni e proclami. In caso contrario saremmo veramente alla "emergenza democratica" (è un termine di moda, mai avrei pensato di pronunciarlo proprio io ;-). A quando l'oscuramento dei siti di chi non plaude a tutte le decisioni degli organi accademici? A questo punto potremmo creare una rete virtuale fra l'università e la rete nazionale cinese, loro sono bravi a gestire i loro firewall per questi scopi. Si risparmierebbero anche i costosi firewall gestiti dal Cesia. Se i fatti rilevati sono solo quelli da me esposti, allora pensiamo bene a quale deriva autoritaria stia prendendo l'Università di Bologna che non sarebbe più neanche in grado di tollerare nè la satira nè gli studenti che propongono idee.

Paradossalmente come in un contrappasso la reazione dell'Università darebbe piena ragione agli studenti e alle loro posizioni.

Verbatim Copying. Renzo Davoli. 5 giugno 2007

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