Fantascienza o Attualita’? Ne parliamo col maestro V. Evangelisti

Mercoledi 30 ottobre a margine dell’incontro di presentazione di "Scorrete lacrime, disse lo sceriffo"  al Laboratorio Crash! ho avuto  il piacere di scanbiare due chiacchere col maestro Valerio Evangelisti.

Riporto qui la trascrizione dell’intervista che oltretutto potete leggere qui e ascoltare qui 🙂

Se poi non siete soddisfatti potete anche leggere un’altra intervista, sempre della stessa sera, fatta da una "collega" di Baz.

Se poi, in uno slancio di rottura di palle al prossimo, siete famelici di altre cose, non posso che rimandarvi al sito di Carmill@ oltre che ….. non mi fate dire parolacce 😀

P.S.: devo dire che il maestro Evangelisti e’ stato decisamente paziente, rischiando di rimanere a piedi per sopportare le mie estenuanti domande….. lo ringrazio pubblicamente. GRAZIE 🙂 

 

D: Perché avete scelto un nome importante come quello di Philip K Dick per editare i vostri racconti, è solo perche piacciono a Sergio Cofferati oppure ci sono delle ragioni letterarie e di contenuto?

R: Cofferati, curiosamente, si ritiene un esperto di Philip Dick. Inoltre ha scritto innumerevoli prefazioni ai suoi romanzi, e questo è il primo motivo. Secondariamente Dick ha descritto, in molti suoi racconti, delle societa che per qualche verso assomigliamo molto ha quelle che ha in mente Cofferati; cioè societa’ autoritarie, demenziali con poteri fini a se stessi. Per tutti questi motivi ritengo il nostro sindaco un personaggio dickiano al 100%.

D:Pensa che le operazioni mediatiche in cui si cimenta Cofferati,  mi riferisco alle sue uscite su Repubblica Bologna o alle interviste che rilascia al Resto del Carlino in cui e’ palese una strategia di "caccia all’uomo nero", oppure ai molti servizi che possiamo vedere sui maggiori organi di informazione nazionale e sui telegiornali possano essere affrontati secondo quelli che sono i "paradigmi" della poetica dickiana, nel senso che vanno a creare delle realta’ parallele funzionali a quelle che sono le politiche securitarie che si vogliono mettere in atto?

R: Assolutamente si. Dick ad esempio aveva l’incubo di Nixon. Molte volte si e’ soffermato sulla creazione di forme di autoritarismo non basate solo ed esclusivamente sulla violenza, ma anche basate sulla creazione di consenso attorno al potere. Alla stessa maniera Cofferati sta cercando di conquistare un pubblico di destra per un partito che si vorrebbe di sinistra. In realta e’ evidente come il sindaco si voglia rivolgere alle forze piu conservatrici della citta’, dinamica che e’ visibile non solo nel contesto bolognese, ma anche a livello
nazionale.  Per esempio ricordo una puntata della trasmissione di Giuliano Ferrara, in cui il nostro sindaco era ospite, bhe!, non riuscivo piu a comprendere chi dei due fosse di destra e chi invece di sinistra. Tutto cio, secondo me, e’ terribilmente dickiano perchè e come se una realta  ne nascondesse un’altra, cioe’ abbiamo una facciata di sinistra che ne nasconde una di destra; è come se fosse il contrario di un cocomero in cui la parte rossa sta di fuori mentre il bianco sta di dentro.

D: In "Noi marziani" Dick affermava che la psicosi fosse l’estrema alienazione dagli oggetti del mondo esterno, come se ci fossero due mondi completamente separati tra loro. Questo si inseriva in una piu ampia considerazione della malattia mentale, vista non come una fuga dalla realta’ ma come una sua restrizione. Pensa che i moderni mezzi di informazione di massa contribuiscano ad una restrizione del reale?

R: Sicuramente. I nostri mezzi di informazione stanno veramente condizionando la mente della gente, sempre che di informazione si tratti, proiettando nel tubo catodico dei telespettatori delle realta assurde. Ultimamente, mi e’ capitato di vedere Ballarò, l’operazione che veniva proposta in quella puntata era di considerare l’anarchico Giuseppe Pinelli e il Commissario Calabresi come due grandi e affezionati amici, poi ad un certo punto si faceva largo l’ipotesi che Pinelli avesse preso il volo da solo, cosi per caso, manco fosse stato un angelo. Tutto cio veniva detto come se fosse la verita’ , senza nessun tipo di contraddittorio, in prima serata e con accenti fortemente emotivi di fronte ad un pubblico sterminato. Ora, capirete che non tutti sono disposti a lasciarsi convincere dalle immagini, tipo le bugie di guerra o cose simili,  nonostante tutto la mia personale reazione a queste cose e’ un assoluto senso di spossatezza che mi induce quasi ad una rinuncia a pensare.  Con questo voglio dire che a volte, come nei racconti di fantascienza, esiste solo lo schermo, mentre i telespettatori sono spenti, mentre dovrebbe essere il contrario. Questo e’ quello che sempre piu spesso io vedo nella realtà dell’informazione.

 
D: Intende dire che e’ come nel racconto "La città sostituita" in cui i cittadini venivano privati della facoltà di ricordare i luoghi e i fatti che avevano vissuto, costringendoli in un eterno presente senza storia?

R: Esattamente. Il riferimento a quel racconto di dick e’ molto calzante. Per esempio io che vivo da molto a Bologna , non ne ho certamente un  legame viscerale, diciamo che ci vivo e la attraverso; dicevo, io che vivo da molto qui, vado molto raramente nel centro cittadino, più che altro preferisco restarmene nel mio quartiere. Ora, mi succede che ogni volta che esco vedo dei dettagli o delle cose che prima non c’erano. Non che questo sia sempre del sbagliato, ma la sensazione prevalente che mi viene è che mi stiano lentamente cambiando la città sotto gli occhi. Effettivamente, se si va a vedere nel complesso, almeno una volta si poteva respirare in questa città,
oggi invece la vedo degenerare di giorno in giorno.

D: In "Ubik" vi sono degli individui che agiscono inconsapevolmente, in un contesto ambientale creato da entità esterne e a loro adattato per ottenere fini prefissati.   Ecco, molte volte le "campagne stampa" attivano dei meccanismi del genere, quasi fantascientifici, lei cosa ne pensa in merito?

R: Sicuramente. Quello che avviene e’ la costruzione di una Matrix, cioè di una realtà apparente  che ne nasconde un’altra. Quando si esagera cosi tanto nel mostrare episodi delinquenziali, che ci sono sicuramente ma non in queste percentuali,  e quando li si amplifica cosi tanto, alla fine sembra quasi di stare vivendo nel terrore.
Chiaramente non e’ cosi, questa e’ una realtà di comodo, ma la gente alla fine si convince e si raffigura attorno questo tipo di cose. Altro esempio che si può fare e’ la minaccia islamica, sicuramente esistente in alcune zone del mondo,  ma che in Italia, almeno per ora, ancora non esiste come problema rilevante. Eppure le azioni repressive contro gruppi di presunti integralisti sono fioccate, naturalmente se poi si va a vedere nel particolare quello che e’ successo dopo, si nota che non e’ stato condannato formalmente nessuno per questi tipo di atti, sono semplicemente state espulse delle persone senza alcun tipo di ragione e sulla base di semplici sospetti. Sta di fatto che, leggendo giornali come il Corriere della Sera, attraverso gli articoli di giornalisti come Magdi Allam, che con le paure della gente ci prende lo stipendio, viene descritta un tipo di realtà inesistente.

D: Per tornare alla fantascienza, lei si e’ mai connesso a quello che la fantascienza degli anni ottanta ha chiamato "Metaverso",  cioè ha mai giocato ad impersonare un ruolo nei mondi on-line?

R: Gli unici giochi che ho fatto sono stati i giochi di ruolo classici anche detti "GDR". Sono, cioè, dei giochi in cui si impersona effettivamente un personaggio e in cui bisogna realmente recitare. In quel tipo di situazione si entra sicuramente in un altro mondo. Bisogna dire pero che  in quel caso si e’ di fronte ad una operazione creativa simile a quella della narrativa. Quando si legge un romanzo si esce dal mondo che si ha attorno per entrare nella storia del romanzo, ma questo uscire non comporta una perdita di identità , semplicemente ci si diverte ad assumerne un’altra. Quello di cui bisogna preoccuparsi, invece, e’ la perdita di identità.

D: Lei ha scritto una prefazione ad un libro intitolato "Domani: di futuri c’è n’è tanti"…

R: Si, era un saggio sulla fantascienza scritto da Daniele Barbieri che è qui in sala oggi

D: In quella prefazione lei affermava che la letteratura fantascientifica non vende più come un tempo, d’altra parte assistiamo a una produzione hollywoodiana che prende sempre più spunto dai romanzi di fantascienza, anche quelli più datati. Mi riferisco a film come "Starship Troopers","PayCheck" o "Il trediciesimo piano". La cosa interessante e’ come i  temi fantascientifici si siano radicati nell’immaginario  collettivo, tanto che vengono rispolverati ogni volta che  c’è una fase di carenza di idee. Da questo punto di vista i cartoni animati giapponesi molte volte utilizzano questi tipo di suggestioni creando delle opere di discreto interesse. Lei ne ha mai visto qualcuno ?

R: Già da giovanissimo vedevo i cartoni, in particolare  me ne piaceva uno che si chiamava "Galaxy Express 999", secondo me era stupendo, ma ne ho visti tanti altri. In generale si può dire che la fantascienza ha vinto la sua battaglia, nel senso che e’ diventata societa’. Oggi la possiamo trovare nei videogiochi, nella pubblicità, nei film e nei telefilm e in molti altri ambiti,  ma sono  soprattutto i telefilm che oggi offrono i prodotti migliori per quanto riguarda le tematiche della fantascienza, mi riferisco in particolare a serie come "Battlestar Galactica" o a  "Lost".  Quello che mi preoccupa e’ che, mentre in passato la fantascienza scritta era all’avanguardia e gli altri media seguivano, oggi invece molta fantascienza scritta imita i film e i telefilm perdendo quella propositività che aveva una volta. Tutto ciò perché oggi si è perso il gusto dell’alternativa, il gusto di immaginare un futuro diverso da quello odierno. Quando al cinema c’erano i mostri e gli insetti giganti, esisteva già la fantascienza sociologica che proiettava le nostre contraddizioni nel futuro, oggi non e’ più cosi e questo ha fatto perdere dei colpi alla fantascienza scritta. Ma tutto questo dipende dalla società non dalla fantascienza.

D: Molte volte l’immaginazione di un futuro e’ più utile ai "businne plan" aziendali. Per esempio "Second Life" poteva essere benissimo u libro di Sci-Fi  , ma in mano ai tecnici informatici è diventata una grossa operazione commerciale. Secondo lei viviamo in un futuro tecnologico che non ci lascia scampo? Oppure viviamo in un mondo in cui tutto è possibile?

R: Questi fenomeni possono ancora essere contrastati. Io so che tutto quello che un tempo su internet era gratuito, adesso e’ a pagamento. Quindi una tendenza alla commercializzazione c’è e si fa sentire. Il problema è, semmai, reagire e soprattutto appropiarsi della comunicazione e dei sistemi pensati da altri per utilizzarli. Internet era, all’origine, una rete militare nata per l’esercito e poi trasformatasi nella piu anarchica delle reti. E’ quindi possibile sconvolgere la funzione delle cose e modificare il futuro.  Credo che sia stata una bella operazione collettiva, quello che spero è che non sia l’ultima.

 
D: In "Le catene di Eymerich"  lei parla dell’organizzazione RACHE che è sempre alla ricerca del modo per riuscire a clonare Hitler, cosa ha pensato quando e’ stata clonata la pecora Dolly?

R: Non mi ha sorpreso molto, ho pensato solo povera pecora. Povera a quella nuova, non a quella vecchia. Ero abituato a questo tipo di cose fin dagli anni ’50 . Ecco una caratteristica della fantascienza, di solito non e’ fatta per prevedere le cose, come oggetti futuri, ma per prevedere le tendenze sociali, le comunicazioni entrano in questo campo cosi come gli sviluppi della tecnica e della scienza.

D: In merito a questo discorso di previsione, Fredric Jameson ha scritto un libro intitolato "Archeologies of the Future"  (tradotto in italiano col titolo "Un desiderio chiamato utopia") in cui si tracciano dei paralleli tra quella che e’ l’utopia politica e la fantascienza. Secondo lei che spazio può passare tra queste due "narrazioni"?

R: Spesso la fantascienza è stata indirettamente un’utopia politica. In fondo anche gli autori più reazionari proponevano idee tali da spingere qualcuno a pensare che un alternativa ci fosse, poi stava a lui decidere quale alternativa. Questo era un sentimento molto diffuso tra i primi lettori di fantascienza. Oggi tutto ciò è andato perduto. Io ritengo comunque che tutta la fantascienza sia in qualche misura politica e in qualche misura progressista, anche quando non sembra esserlo.

D:L’ultima domanda. Nei romanzi collettivi, il "brainstorming" tra i vari autori produce una molteplicità di visioni che permette un numero di  riferimenti e citazioni, la creazione di un mondo, che un autore
solo non potrebbe effettuare; ho in mente in particolare "Matrix" in cui i fratelli  Wachowsky hanno coinvolto "mangaka", scrittori ed altri personaggi per dare consistenza ad un universo. Secondo lei è più "produttivo" questo modo di "comporre" o c’è  ancora bisogno di un autore unico che tenga le fila di una storia?

R: Il cinema e’ sempre un lavoro collettivo, quindi in quel caso siamo già di fronte a quel metodo di lavorare lì. Per quanto riguarda la narrativa io sono favorevole alle sperimentazioni, anche se ritengo che ci debba essere una parte individuale. Non credo troppo nei libri totalmente collettivi perché quello che si perde e’ l’anima, mentre uno scrittore deve vivere la creazione di una storia come se ne fosse invasato. Certo ci sono delle eccezioni, I Wu-Ming,  per esempio,  riescono meglio di molti altri a produrre una cosa unica, ma non e’ una cosa che si possa fare sempre. Io molto spesso ho autorizzato gente a scrivere racconti su Eymerich e cose del genere. Mi sono accorto dopo che mancava l’anima del personaggio, semplicemente perché quell’anima ero io.

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L’Università di Bologna censura la rete come il governo cinese?

da:    http://www.bononia.it/~renzo/unibocina.html

 

 

Non è bello svegliarsi una mattina con un dubbio di questa consistenza. Eppure ero convinto di insegnare nell'Ateneo più antico del mondo e comunque fra i più prestigiosi. Non pensavo mai avrei avuto simili dubbi.

Veniamo ai fatti. Un gruppo di intraprendenti studenti mette in piedi una fantastica satira divulgando per l'università false cartoline che valgono un credito formativo. E' una provocazione degli studenti per protestare contro una Università che dal loro punto di vista converge pericolosamente verso un esamificio, quasi fosse una raccolta punti.

Sono studenti che hanno qualcosa da dire, ideali, e chiedono attenzione per le loro rivendicazioni e le loro proposte. E' per me una gioia scoprire che esistono ancora, in una università dove egoisticamente ognuno pensa ad accumulare crediti per un pezzettino di carta.

Le cartoline indirizzano ad un sito che dietro la falsa apparenza del portale dell'università www.unibologna.eu (la falsità è preannunciata da apposita schermata introduttiva) tramite un video svela l'inganno e invita gli studenti a riflettere. Guardate il filmato, è bellissimo! http://www.youtube.com/v/ps7fMzv4jus (Se provate invece a guardare ora www.unibologna.eu dall'interno dell'università, scoprirete che non è più raggiungibile per quanto vado a raccontarvi. Guardatelo da fuori, da tutti i provider che ho provato è raggiungibile e visibile.)

Come reagisce l'università a questa satira? Nei fatti unibomagazine presenta il tutto come un attacco al portale con denunce alla magistratura per phishing (reperimento illegale di dati personali), e blocca l'indirizzo di rete dal quale è diffuso il falso portale (chiudendo contestualmente l'accesso a molte organizzazioni politiche che usano gli stessi server di autistici.org). L'articolo http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Universita/2007/06/01/Attacco_al_Portale.htm comprende numerosi errori.

 

  1. La definizione di phishing prevede il reperimento di dati personali ma non c'entra nulla con il promuovere altri contenuti o messaggi.
  2. L'uso non autorizzato del marchio e dei contenuti copiati può essere contestato, non ho visto alcun meccanismo di phishing nel sito.
  3. Viene poi detto nell'articolo che l'Ateneo (citato in maniera personale, come se fosse un eroe dei fumetti), ha agito prontamente e ha ottenuto l'oscuramento del sito grazie all'intervento del provider. Chi sarebbe "il provider", il signore e padrone della rete Internet? Non esiste "il provider" esistono tanti provider, molti dei quali di certo non hanno oscurato nulla.
  4. Questa non è una frode informatica, è al massimo come ho detto una violazione del marchio e del diritto di autore, una "copia non autorizzata". E' buona cosa che le pagine del portale mettano in guardia contro il phishing, ma spero che verranno pubblicate informazioni corrette, perché il phishing è un'altra cosa!

Spero per la mia istituzione che ci sia in ballo molto di più della satira degli studenti per arrivare a simili azioni e proclami. In caso contrario saremmo veramente alla "emergenza democratica" (è un termine di moda, mai avrei pensato di pronunciarlo proprio io ;-). A quando l'oscuramento dei siti di chi non plaude a tutte le decisioni degli organi accademici? A questo punto potremmo creare una rete virtuale fra l'università e la rete nazionale cinese, loro sono bravi a gestire i loro firewall per questi scopi. Si risparmierebbero anche i costosi firewall gestiti dal Cesia. Se i fatti rilevati sono solo quelli da me esposti, allora pensiamo bene a quale deriva autoritaria stia prendendo l'Università di Bologna che non sarebbe più neanche in grado di tollerare nè la satira nè gli studenti che propongono idee.

Paradossalmente come in un contrappasso la reazione dell'Università darebbe piena ragione agli studenti e alle loro posizioni.

Verbatim Copying. Renzo Davoli. 5 giugno 2007

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La Parabola di oggi

 
 

 "ANDATE E MOLTIPLICATELI" 

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largo ai giovani

sono contento di sponsorizzare questo videoclip 

non perdetevi il backstage, forse ancora piu interessante, in cui i ragazzi si raccontato e valutando pregi e difficolta del progetto.

 

 

complimenti 


 

 

 

 

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Me, Myself and I

 

a volte ho dei dubbi

il mio corpo sente freddo!  mi dico tra me e me

poi rifletto….sono come le anoressiche o i fissati di bodybulding

ho una percezione del mio corpo decisamente distaccata

lo considero materia grezza a cui dare una forma 

sono hardware e software

il mio software gestisce i suoi pezzi, li manipola cerca nuove relazioni

 

poi penso che sono un perverso

 

sarebbe meglio dire SENTO FREDDO! 

 

 

 

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Azzo Pe!!!!

guarda che ti pizzico….
prodi si sarà sicuramente scordato di avvertirci 
 

fonte: information guerrilla

Iraq, 3 mil di euro ai contractor per proteggere civili italiani a Nassiriya

Roma, 16 marzo 2007 – Tremilioniquattrocentonovantottomila euro – circa sette miliardi delle vecchie lire: questa la cifra che il governo italiano spenderà per stipulare accordi con i contractor, ovvero guardie del corpo facenti capo a società private, destinati a operare in Iraq.

Uomini armati di una polizia privata avranno il compito di difendere il personale italiano ancora presente a Nassiriya, composto da tecnici ed esperti.

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Naruto e il suo doppio!!!

questo e' uno stralcio di discussione apparso sul forum di italia uno in merito alla decisione di censurare uno dei cartoni animati che hanno un seguito altissimo.

una breve introduzione personale all'argomento:

Cosi come si puo far diventare un romanzo di critica al colonialismo come "L'isola del tesoro" una avventuretta per ragazzini; alla stessa maniera si puo svuotare di contenuti un cartone come naruto (con la scusa che non sono adatti a dei bambini)
quale e' il risultato a lungo termine pero'?
questo bambino cresciuto a pane e italia uno da grande che ricordo avra di Naruto??
Piu o meno quello che e' passato nell'immaginario colletivo per "L'isola del Tesoro"…..un romanzo per ragazzini!!
La catastrofe che operazioni del genere fanno e' quella di modificare profondamente l'immaginario colletivo delle giovani generazioni.
Il messagio di naruto restera' per sempre nel silenzio dei pochi affezzionati, il resto cerchera' la "vera versione" che ha passato italia uno sui suoi schermi.

Queste operazioni, che io definisco terrorismo dell'immaginazione, sono operazioni che modificano, alterano e trasformano per sempre il valore delle opere artistiche
E' su questo punto che bisognerebbe criticare Grande Blu!!!
al di la della sua retorica buonista, quello che propone e' una violenza, una ricostruzione delle opere dell'ingegno all'insegna di una presunta compatibilta' con la morale generale.

che schifo

 

 

Dopo le critiche , da perte degli aficionados, sulla fedelta o meno che la traduzione italiana ha riservato all'anime, ecco la risposta dello staff :

tratto da animeclick 

Carissimi amici, voglio proporre a tutti voi un nuovo punto di vista su Naruto…
Facciamo un passo indietro, ok? Originariamente Naruto è un manga, poi sono stati fatti alcuni films, più questa serie a cartoni animati.
Ma da dove parte tutto questo? Da un'idea, da un progetto di storia di cui l'autore ha deciso di fare un manga. Ma poteva benissimo, con questa idea, fare un racconto, e pubblicarlo scritto.
Cosa voglio dire? Che l'idea di partenza, il progetto di storia, per capirci, può essere realizzato praticamente con diversi mezzi.
Ma ognuno di questi "mezzi" è diverso dagli altri. Un libro è diverso da un fumetto, un fumetto è diverso da un film. Queste diverse forme che la storia può assumere, al di là da quella scelta dall'autore all'inzio, si chiamano "versioni".
Per capirci, il manga è l'originale, ha una versione sotto forma di film ed una sotto forma di anime.
Perché distinguerle? Perché un manga si legge ed un anime si guarda… Cosa cambia? Il modo di raccontare le avventure di Naruto e dei suoi compagni.

Veniamo ora alla versione che viene trasmessa ora su Italia 1. Se venisse trasmessa in un'altra fascia oraria, beh, immaginate da soli che questo discorso non si porrebbe.
Ma questo non è un mondo perfetto, e queste cose non succedono da oggi.

Chi mi conosce sa bene che amo accostare letteratura e cartoni.
E il mio esempio viene proprio dalla letteratura internazionale.
Quando, tra il 1880 ed il 1881 Robert Louis Stevenson pubblicò, a puntate su rivista, "L'Isola del Tesoro" rimase enormemente sorpreso del successo, visto che lui non aveva intenzione di scrivere un romanzo per ragazzi. Niente affatto! La sua era una critica al colonialismo, visto attraverso gli occhi del giovane Jim Howkins, che orfano di padre, incontrava nella sua avventura tutta una serie di figure maschili che pretendevano, quasi dei padri sostituti, di insegnargli a vivere. Ma nessuno dei loro modelli era valido, perché tutti avevano qualche insanabile difetto di fondo.
Ma il pubblico e gli editori appiccicarono all "Isola del Tesoro" l'etichetta di libro per ragazzi. Con il risultato che quelli di noi che hanno letto questo libro quando erano più piccoli lo hanno senz'altro letto nella "versione per ragazzi".Versione che ovviamente è molto lontana dall'originale.
Tuttavia, migliaia di lettori in tutto il mondo, io stessa, abbiamo amato questo libro, e da adulti siamo andati a cercare l'originale, scoprendo un racconto familiare e nuovo al tempo stesso.

Se una storia vale, possono rivoltarla, ma non perderà il suo fascino… Giudicate questa "versione" di Italia 1 come una versione "per ragazzi" della storia del ninja biondo con gli occhi azzurri…
I piccoli ed i grandi che la guardano oggi non la dimenticheranno.
Ed andranno a cercare il manga, scoprendo che il loro eroe ha ancora tante sorprese per loro…

Nella speranza di avervi divertito, interessato, ma soprattutto fatto pensare, rimango la vostra
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quando un nazista diventa utile alla “democrazia”

mi sembra importante dare largo spazio a questa notizia  

 

fonte:   www.gennarocarotenuto.it

 
I media italiani usano anche i nazisti per disinformarci

 

Come mai il segretario dell’UDC Lorenzo Cesa riceve il capo di un gruppuscolo fascista e antisemita venezuelano, coinvolto in passato perfino in un attentato contro papa Wojtyla? Ha lo 0,04% ma siccome è in Italia per parlar male di Hugo Chávez, viene portato in trionfo dai media che lo promuovono addirittura “capo dell’opposizione moderata”. Ecco una storia che meriterebbe almeno un'interrogazione parlamentare o un'indagine dell'Ordine dei Giornalisti.

La trasmissione di Radio1 Rai, Zapping, condotta da Aldo Forbice, il direttore del quotidiano il Tempo, Gaetano Pedullà e il suo redattore, Fabrizio dell'Orefice, Radio Radicale con la firma Dimitri Buffa, hanno dato un enorme spazio al signor Alejandro Peña Esclusa. Lo hanno presentato come il “capo dell’opposizione democratica”, oppure come il “capo dell’opposizione moderata venezuelana”, e quello che afferma è stato pubblicato come oro colato senza alcuna verifica. Lo hanno presentato come il Mahatma Gandhi venezuelano e Il Tempo di Roma lo ha messo addirittura in Prima pagina. Ma Alejandro Peña Esclusa non è né il capo dell’opposizione venezuelana, né tanto meno un moderato.

Anche se dell’Orefice sul Tempo lo chiama ossequiosamente “presidente”, Peña Esclusa non è capo di alcunché perché non rappresenta –per fortuna, converrete a breve- proprio nessuno. Quando si presentò alle elezioni presidenziali del 1998, Peña Esclusa prese in tutto il Venezuela appena 2.424 voti, pari allo 0,04%. Basta lo 0,04% per essere il CAPO dell’opposizione venezuelana? Per prestigiosi giornalisti come Forbice o Pedullà, il nostro servizio pubblico o Radio Radicale, che non si sono preoccupati di verificare chi fosse, mancando ad un loro preciso dovere deontologico, evidentemente basta. Peña Esclusa è in questi giorni in Italia con un’agenda di mediocre livello. Tra i politici italiani è pubblico solo l’incontro con il segretario dell’UDC Lorenzo Cesa. Ma con certa stampa invece ha fatto furore.

Chi è e cosa pensa il Mahatma Gandhi venezuelano di Pedullà e Forbice.

Dagli anni ’80, Alejandro Peña Esclusa è membro della setta “Tradizione, Famiglia e Proprietà”, a metà tra il tradizionalismo lefebvriano e l’ultradestra antisemita, fondata dal leader storico del fascismo brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira. Per esserne membri è strettamente necessario essere di razza ariana. Membri di “Tradizione, Famiglia e Proprietà” sono in quegli anni coinvolti in due oscuri complotti per assassinare nientemeno che Papa Giovanni Paolo II (a Caracas il 13 novembre 1984) e Ronald Reagan, considerati troppo morbidi con il comunismo. In particolare Lyndon LaRouche, membro della staff di Ronald Reagan e intimo di Peña Esclusa, resterà in carcere fino al 1994 per l’attentato contro il presidente degli Stati Uniti. Dopo il fallito attentato al Papa, la setta fu proibita in Venezuela ed oggi è fuori legge anche in Francia, Spagna ed Argentina.

 

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A new iPod is coming!!

forse era meglio se mi facevo uno spinello :d

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cosa ci puo dare la politca??

guardando i telegiornali di oggi mi chiedo:

oltre la "sicurezza" personale/nazionale questa Politica cosa ci puo assicurare???

 

mi sa proprio un cazzo!!! 

 

e questa sicurezza, legalita' cosa sarebbe in sostanza???

 

mi sa proprio un cazzo!!!

 

depressioni mistificate 

 

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